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La rivolta delle Carrozzine: Un libro che non è un libro

Gli anni dal ‘76 al ‘78 furono significativi sotto molti aspetti. Al di là degli innumerevoli cambiamenti culturali e sociali che mutarono la società di quel periodo, soprattutto ispirati, ma non solo, all’antipsichiatria di Basaglia, ai movimenti femministi e altri movimenti, anche nell’ambito delle lotte per i diritti delle persone con disabilità stava avvenendo una piccola rivoluzione copernicana.

Prima le Associazioni che si occupavano dei problemi degli 'handicappati' non ne stimolavano granchè il protagonismo su tematiche generali che andassero al di là degli interessi di ‘categoria’: era questo l'indicatore più significativo delle difficoltà per le persone con disabilità ad immaginarsi come soggetto politico capace di incidere sul proprio futuro.

In seguito, tutto cominciò a cambiare.
Gli anni che seguirono segnarono un profondo cambiamento culturale e politico.  Si può dire che nel caso del CAH (coordinamento autogestione handicappati) si trattò del completamento delle lotte per i diritti.  Si era imparata la lezione: lo slogan che fu coniato anni più tardi (nulla su di noi senza di noi) fu nei fatti praticato dal gruppo.

Questo l’incipit della presentazione del libro ‘la rivolta delle carrozzine’ che avverrà martedi 12 novembre 2019 al Polo del Novecento a Torino.

Un libro (anzi un ‘libretto’ di 72 pagine) che non voleva inizialmente uscire come prodotto editoriale, ma come memoria di una parte della vita di chi ha vissuto l’esperienza del CAH (coordinamento autogestione handicappati). Da far circolare tra amici. Ci siamo poi fatti prendere la mano, io e Roberto Tarditi, coautori .

Abbiamo pensato che dovevamo mettere a disposizione delle persone con disabilità di Torino, e non solo loro, un materiale facilmente leggibile e gradevole che si ponesse non solo l’obbiettivo di ricordare una storia personale ma anche quello di sottolineare che i contenuti delle lotte per i diritti che avvennero negli anni in cui visse il CAH (76-82 del secolo scorso) erano già allora sedimentati , magari in modo problematico, e sarebbero successivamente fatti propri da molte delle realtà autogestite attivate da persone con disabilità che progressivamente sorgevano  in Italia.

L’esperienza del CAH nacque come storia che inizialmente volle contrapporsi alle ‘organizzazioni storiche’: pur riconoscendone i meriti, si voleva sottolineare la convinzione  che le lotte per la rivendicazione dei diritti di chi era portatore di diversità e oggetto di discriminazione ed emarginazione non dovevano essere delegate ad altri che non fossero quelle stesse persone.

Scontando ingenuità, incertezze, contraddizioni.

Il libro non vuole essere una ‘storia della disabilità’ a Torino, che ci auguriamo venga scritta da altri attivi in quegli stessi anni nella nostra città. E’ la storia di un gruppetto di persone che tentarono di ‘scalare il cielo’ partendo dalla propria storia  e mettendo a nudo le proprie esperienze, allo scopo di ‘praticare l’obbiettivo’ della ‘felicità’ che può nascere solo dal farsi carico in prima persona nella costruzione del proprio mondo.

Sono 72 pagine articolate in una premessa (di Roberto), una storia (scritta da me) ed una appendice (scritta da Roberto).

Ci siamo chiesti all’inizio se valesse la pena impegnarci in questa avventura.

Ora pensiamo che ne sia valsa la pena.  Se non altro perché alcune parole chiave (autogestione innanzi tutto)  continuano ad essere ribadite dalle persone con disabilità. Nulla su di noi senza di noi.

Testo di Piergiorgio Maggiorotti

(Il libro è a disposizione di chi lo vorrà leggere: telefonare al n. tel. 335 5263577, o inviare una email a piergiorgio.maggiorot2@tin.it, indicando generalità ed indirizzo. Un’eventuale donazione di qualsiasi valore per la copertura delle spese di stampa e spedizione è gradita: bonifico intestato al Coordinamento Paratetraplegici  via Zuretti 24  10126 Torino -  Iban presso banca Unicredit: IT65N0200801132000008802929)