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Una ricerca europea centrata sulla ricostruzione del midollo spinale

Molte persone sono con disabilità per la lesione del midollo spinale, ciò che spiega il pullulare di notizie, spesso infondate, sulla riparazione del “guasto” al midollo. In realtà, quando ci saranno risultati veri lo si saprà subito, considerando che una cura costerà meno della spesa assistenziale e quindi il sistema sanitario sarà il primo a ricorrervi. Intanto parliamo con Claudia Consales, che segue il progetto europeo “Riseup”, ricerca significativa perché non fa promesse, ma parte dal principio che qualcosa di buono possa succedere procedendo da presupposti scientifici

Molte persone sono con disabilità per la lesione del midollo spinale. L’esistenza di questa vastità di pubblico spiega il pullulare di notizie, spesso infondate, sulla riparazione del “guasto” al midollo. Una cosa è certa: quando ci saranno risultati veri lo sapremo tutti, considerando che una cura costerà meno della spesa assistenziale e pertanto il nostro sistema sanitario sarà il primo a ricorrervi. Intanto abbiamo intervistato Claudia Consales, che segue il progetto europeo sulla rigenerazione del midollo spinale denominato Riseup.
«Sono laureata in Biologia alla Federico II di Napoli – dice la stessa dottoressa Consales -, dottore di ricerca in Biologia e Patologia Cellulare e Molecolare, specialista in Genetica Medica. Sono da dodici anni una ricercatrice presso il Laboratorio Salute e Ambiente della Divisione Salute dell’Enea, l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile e qui ho iniziato a studiare l’impatto dei campi elettromagnetici sulla salute, in particolare delle basse frequenze sul sistema nervoso».

A questo punto c’è da chiedersi cosa c’entri un ente di energie alternative con il midollo spinale…
«La Divisione Salute si occupa da sempre di studiare l’effetto delle radiazioni ionizzanti e non sulla salute, non solo da un punto vista protezionistico, ma anche terapeutico, esplorando così sempre nuove possibili applicazioni». Tradotto vuol dire che all’interno di un Ente che si occupa di energia c’era bisogno di studiare gli effetti delle radiazioni sulla persona e questo ha dato vita alla branca che si occupa di ricerca.

Dottoressa Consales, qual è lo scopo della ricerca che state portando avanti?
«Riseup punta alla rigenerazione del tessuto lesionato del midollo mediante un approccio innovativo che combina il trapianto di due tipi di cellule staminali, uno scaffold biocompatibile, biodegradabile ed elettrificato, e due tipi di stimolazione elettrica: corrente continua e impulsi elettrici ultra-brevi. L’ipotesi è che lo scaffold possa favorire l’innesto delle cellule nella lesione e gli stimoli elettrici possano indurre il differenziamento delle cellule staminali verso un’identità neuronale».

Dunque voi pensate che inserendo un sostegno biodegradabile elettrificato, chiamato scaffold, che stimoli cellule staminali appositamente inserite all’interno, si possa ricostruire il midollo interrotto?
«Regeneration of Injured Spinal cord by Electro pUlsed byo-hybrid aPproach (Riseup) è un progetto che ha ottenuto un finanziamento europeo nell’àmbito del programma Horizon 2020, grazie al bando Future Emerging Technologies, novel ideas for radically new technologies (FET). I bandi FET finanziano progetti visionari, con l’intento di “avviare strategie tecnologiche radicalmente nuove, attraverso collaborazioni inesplorate tra scienza multidisciplinare avanzata e ingegneria”».

Così è molto teorico, entriamo nello specifico del progetto?
«Il progetto si basa sul trapianto, nella regione del midollo lesionata, di due tipi diversi di cellule staminali umane, le cellule mesenchimali (MSC) e le cellule staminali neuronali originate da cellule indotte ad essere pluripotenti (iNSC), mediante un supporto biocompatibile e biodegradabile che ne faciliti l’attecchimento [lo “scaffold”, N.d.R.] e che venga posizionato all’altezza della lesione. Al fine di facilitare il differenziamento delle cellule staminali, queste saranno stimolate con due tipi di stimoli elettrici: la corrente continua (DC) e impulsi elettrici ultra-brevi. L’ipotesi è che questi stimoli possano differenziare le iNSC in neuroni, mentre le MSC dovrebbero differenziare in cellule “simil neuronali”, ovvero produrre fattori necessari alla sopravvivenza dei neuroni. L’idea è che le prime staminali creino neuroni, le seconde il loro supporto».

In parole povere?
«In sintesi, questo sistema potrebbe favorire il corretto posizionamento delle cellule trapiantate e il loro attecchimento. L’elettrificazione dell’impianto avverrà in maniera wireless e, considerata l’idea innovativa e la complessità del progetto, ci sarà una prima fase di sperimentazione in vitro sulle cellule. Successivamente una validazione su un modello animale di lesione spinale acuta, per cui non è prevedibile se e quando sarà possibile applicarlo sui pazienti».

Quali staminali userete?
«Quelle mesenchimali, isolate dal tessuto adiposo (aMSC) e le cellule staminali neuronali provenienti dalle pluripotenti indotte (iNSC ottenute da iPSC). Le iPSC derivano da cellule altamente differenziate, ad esempio i fibroblasti della pelle, in cui vengono trasferiti dei geni, tipici delle cellule staminali, che sono in grado di indurre una riprogrammazione di queste cellule rendendole staminali».

Dunque non userete staminali provenienti da embrioni?
«No, perché è possibile modificare completamente le caratteristiche di una cellula differenziata trasformandola in una cellula staminale in grado di differenziarsi in quasi tutti i tessuti presenti in un organismo. Le iPSC rappresentano uno strumento potentissimo per la medicina rigenerativa, perché le cellule da cui originano sono molto facili da ottenere (nel caso dei fibroblasti basta un punch cutaneo), non hanno necessità di un’autorizzazione etica (se non un consenso informato da parte del donatore) e hanno un grado di staminalità molto elevato (come detto prima, capacità di differenziare in quasi tutti i tessuti di un organismo)».

Citiamo l’équipe completa che partecipa al progetto?
«Il consorzio è altamente multidisciplinare e una descrizione dettagliata di tutti i partner, insieme alle notizie e ai risultati ottenuti durante lo svolgimento di Riseup, è presente nel sito web del progetto».

Sono diversi i progetti al mondo che prendono in considerazione la rigenerazione del tessuto midollare attraverso la stimolazione elettrica. Questo è quello dell’Enea ed è particolarmente significativo perché non fa alcuna promessa. Parte dal principio che qualcosa possa succedere procedendo da presupposti scientifici per effettuare studi che si spera portino a ottime conclusioni. Continuiamo a sperare, confidando che la scienza ce la sta mettendo tutta. Grazie Riseup.

Il presente servizio è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Dall’Enea una nuova ricerca sulla ricostruzione del midollo spinale”). Viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Ricordiamo che il 4 aprile prossimo sarà la XIII Giornata Nazionale della Persona con Lesione al Midollo Spinale, evento che da sempre vede impegnata la FAIP (Federazione Associazioni Italiane di Persone con Lesione al Midollo Spinale). Quest’anno saranno tre gli eventi previsti per la Giornata, centrati sul tema generale Unità Spinali, servizi dedicati e PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Gli interventi e le azioni politiche per le persone con lesioni al midollo spinale dopo la pandemia. Ne scriviamo ampiamente in altra parte del giornale.

Testo di Antonio Giuseppe Malafarina