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Galm, 40 anni di battaglie civili

Credevo di non farcela è un emozionante raccolta di testimonianze di Persone a cui un incidente ha cambiato per sempre la vita: "E' come essere investiti da uno tsunami che in due minuti ti rovescia e anniente tutto ciò che eri e avevi, distruggendo ogni certezza". Cosi Valentina Bianco medico veterinario, descrive la sua storia di persona con tetraplegia. Per colpa di un incidente stradale, come quasi tutti i casi narrati da " Credevo di non farcela" il libro scritto dal giornalista Danilo Castellarin per i quanta anni del Galm, il gruppo di animazione lesionati modillari, aderente alla Faip, che conta quasi 600 iscritti, tutte persone con lesioni al midollo spinale.

Un volume curato da Grafiche Marchesini che rcconta vite vissute, senza mai indulgiare nel pietismo. Storie vere dunque, con date precise, perfino l'ora ed il giorno, quasi a asegnare la svolta di ogni protagonista, il prima e il dopo la lesone midollare, lesiona dalla quale non si torna indietro. Almeno per ora!

C'è il racconto di chi non aveva tirato il freno a mano del camper parcheggiato in montagna e che ad un certo punto inizia a muoversi piano piano, per poi ruzzolare giù nella scarpata, con moglie e bambini a bordo. Un lettino si stacca e colpisce Paolo, che resta paraplegico. C'è Chiara che a 15 anni, una sera d'autunno, va a festeggiare Halloween in compagnia, ma chi guida scivola fuori strada con l'auto piena di amici. C'è Maria che voleva raccogliere l'albicocca sul ramo più alto e cade giù. E con loro tanti altri che raccontano peripezie dei soccorsi, gli interventi chirurgici di decompressione, la lunga riabilitazione, il difficile ritorno a casa, l'adattamento di abitazioni, i calvari personali e collettivi che investono non solo chi è vittima di una lesione, ma famiglie, parenti, amici.

D'acchitto, potrebbe sembrare un libro triste. Invece no. E' un libro da leggere perchè queste storie sono come ricette. Insegnano a ricominciaer a che se molti, forse tutti, all'inizio avevano pensato "Credevo di non farcela", come dice il titolo. Ognuno ha trovato un modo per venirne fuori. Per ricominciare. Per tornare ad essere sopratutt sentirsi utili. E qui vengono fuori racconti di strepistose rinoscite, atleti paraolimpici, compagnie teatrali, imprenditori di successo, artisti, ricercatori scientifici che brevettano prodotti. Roba da fare impallidire chi cammina ma si dimentica la fortuna che ha e magari si lamenta del raffreddore, dell'emicrania, della noia esistenziale, del cibo pesante. 

Un libro agile che andrebbe letto nelle scuole come prevenzione. Per far capire che l'imprudenza, come usare il telefonino mentre si guida, correre troppo in auto o in moto, distrarsi, a volte può costare molto cara, e rivedere la luce richiede una fatica maledetta.

Il messaggio del libro è chiaro: bisogna pensarci prima. Piangere quando suona il telefono e la polizzia avverte che il figlio è ricoverato in neurochirurgia serva a poco.

E qui veniano a noi, ai protagonsti del Galm, l'associaizone veronere che con questo libro festessia i suoi 40 ani infaticabili. Angeli custodi che vigilano su chi scivola e cade giù.

Se ne prendono cura fino dal primo ricovero e poi lo aiutano a rialzarsi. Poi puntano i furbetti che parcheggiano nelle aree riservate ai disabii, promuovono l'inlcusione e denunciano i sindaci che ignorano le leggi sull'abattimento dele barriere architettoniche.

"Bisogna guardare avanti, non apsettare. A volte facciamo credere che siamo seduti sulla carrozzina, ma in realtà corriamo più degli altri", dicono sorridenti Giuseppe Stefanoni (per anni tesoriere della Faip e presidente per 25 lunghi anni del Galm) e Aldo Orlandi (Consigliere Nazionale Faip oggi presidente Galm). Grazie a loro il Galm ha ripetutamente finanziato progetti di ricerca sulle lesioni al midollo spinale presos i laboratori dell'Università di Verona, nello studio delle capacità riparative dele cellule staminali.

In Italia sono 28 i sodalizi come il Galm e tutti aderiscono alla Faip - la Federazione delle Associaizoni delle Persone con leisone al midollo spinale.